Il
3 novembre Montréal sceglie il suo sindaco
La
campagna elettorale è agli sgoccioli: domenica 3 novembre, 1.093.464 elettori,
dalle ore 10 alle ore 20, saranno chiamati a scegliere il Sindaco della
metropoli quebecchese (oggi è Laurent Blanchard, subentrato a Michael
Applebaum, che a sua volta aveva preso il posto di Gérald Tremblay) e a
rinnovare il Consiglio comunale, che è formato da 65 membri: ovvero il Primo
Cittadino, 18 Sindaci di arrondissement e 46 consiglieri di città. A questi
vanno aggiunti i 38 consiglieri d’arrondissement. In totale, gli eletti saranno
103 per un mandato di 4 anni. Nel 2009 Gérald Tremblay riuscì ad imporsi con il
37.9% delle preferenze (159.020 voti) conquistando per la terza volta consecutiva la poltrona di Sindaco. Il tasso di
partecipazione è stato del 39,4%, un risultato
migliore rispetto al 35% del
2005, ma ancora insufficiente rispetto alla stessa media del Québec. Una vittoria risicata, quella
di Tremblay, rispetto al 53% incassato nel 2005. Alle sue spalle Louise Harel,
di Vision Montréal, al 32,73 % (137.301), Richard Bergeron, di Projet Montréal,
al 25,45 % (106.768). Per un Consiglio comunale così formato: 39 seggi per
Union Montréal, 16 per Vision Montréal e 10 per Projet Montréal. Alle prossime
elezioni, saranno in 481 (181 donne e 300 uomini) a contendersi i 103 posti del
Consiglio comunale: 132 in più del
2009, che era già stato un anno-record. A contendersi la poltrona di Sindaco
sono addirittura in 12 (rispetto ai 6 del
2009). Oltre agli indipendenti Michel Brulé, Louai Hamida, Patricia Tulasne,
Joseph Young, Claude Blais, Paunel Paterne Matondot, Kofi Sonokpon e Clèment
Sauriol, spiccano 4 candidati sostenuti da altrettanti partiti più o meno già
strutturati e organizzati sul territorio: Richard Bergeron, Marcel Coté, Denis
Coderre e Mélanie Joly. Tra i punti in comune:
trasparenza, integrità ed etica nell’amministrazione; il miglioramento del trasporto pubblico e
ricerca di soluzioni per trattenere le famiglie a Montréal.
Richard Bergeron, 58 anni, è di Alma (Lac- Saint-Jean). Per 5 anni fa il tassista per
pagarsi gli studi, poi diventa urbanista e architetto. È esperto di gestione
dei servizi e cooperazione internazionale. Professore universitario, è autore
di diverse pubblicazioni come “L’anti-développement : le prix du libéralisme”
(1991), “Le livre noir de l’automobile” (1999), “L’économie de l’automobile au
Québec” (2003) e “Les Québécois au volant, c’est mortel” (2005). Nel 2004 fonda
Project Montréal insieme a Claude Meinville per uno sviluppo sostenibile della
città e nel 2009 ottiene il 25.6% dei consensi. Oggi è consigliere di città,
eletto nell’arrondissement di Plateau-Mont-Royal, distretto Jeanne-Mance. Sotto
lo slogan “Integrità, competenza e audacia”, punta al potenziamento del
trasporto pubblico e al rinnovamento dei quartieri, per renderli più verdi e
“più a misura d’uomo”. Più nel dettaglio: uno sviluppo urbano sostenibile
grazie a servizi di assistenza domiciliare più efficienti, un’economia prospera
e duratura, puntando sulla crescita delle periferie, una vitalità culturale
esemplare ed una democrazia rinnovata e trasparente attraverso il
coinvolgimento dei cittadini nel processo decisionale
Marcel Coté, 69 anni, è di Malartic, è una ‘new entry’ sulla scena comunale:
economista, specializzato in sviluppo regionale e tecnologico, insegna
all'Université de Sherbrooke e all'Université de Montréal. Nal 1975 fonda
‘Secor’, che dirige per oltre 30 anni. Negli anni ’80 collabora con due Primi
Ministri: è consulente economico di Robert Bourassa (1986-1988) e poi direttore
delle comunicazioni di Brian Mulroney (1989-1990). Entra nei consigli di
amministrazione di diverse compagnie (come Osisko Mining, Empire Company, ING
Bank of Canada, Intact Financial, l’Istituto di ricerca in politiche
pubbliche), oltre che di numerose organizzazioni culturali e comunitarie (come
YMCA Montréal, la Fondazione della Grande Montréal e l’Orchestra sinfonica di
Montréal). Scrive diversi libri, tra cui: ‘Growing the Next Silicon Valley,’
(1986), ‘By Way of Advice: Growth Strategies for the Market Driven World’,
(1991), ‘Le Rêve d'une terre promise’ (2004) e ‘Innovation Reinvented’ (2012).
Suo il premio ‘Arti-Affari’ di Montréal della Camera di Commercio di Montréal
metropolitana. A luglio fonda ‘Coalition
Montréal’ insieme a Louise Harel e a Marvin Rotrand. Con lo slogan ‘È il
momento di agire’, il suo programma, fondato su 100 azioni e 20 impegni, mira
ad una “riforma profonda” del Comune e ad una nuova “rivoluzione tranquilla”.
Tra i provvedimenti promessi: un commissario all’etica per ristabilire la
fiducia e l’orgoglio tra i cittadini; più verde, scuole di qualità, trasporto
pubblico efficiente e lotta alla povertà per quartieri a misura di famiglia;
più peso all’industria del sapere per fare della cultura il volano della
crescita economica.
Denis Coderre, 50 anni, di Joliette, è laureato in Scienze Politiche all’Université
de Montréal e specializzato in Amministrazione all’Université d’Ottawa. Sin da
giovane si è distinto per il suo impegno civico nel quartiere di Montréal-Nord
e nella contea di Bourassa diventando membro, tra gli altri organismi, della
Società di Storia e di Genealogia e dell’Associazione liberale. Coderre punta
molto sulla sua popolarità e visibilità: con i suoi 112 mila followers su
Twitter, l’ex deputato liberale a Ottawa è il candidato che vanta il ‘pedigree’
politico più prestigioso. Eletto nella contea di Bourassa per 16 anni, dal 1997
al 2013, ha occupato anche la prestigiosa carica di Ministro dell’Immigrazione
(dal 2002 al 2004). Tra gli altri incarichi: segretario di stato allo sport
amatoriale, presidente del Consiglio privato della Regina, interlocutore
federale per i Meticci e gli Indiani non iscritti, responsabile della
Francofonia e dell’Ufficio canadese sul regolamento delle questioni dei
pensionati autoctoni, consigliere speciale del Primo Ministro per Haiti. Il16 maggio
scorso la discesa in campo con ‘Equipe Coderre’. Con il motto ‘Priorità al
cittadino’, la priorità per Coderre è ripristinare la fiducia dei montrealesi
verso l’amministrazione pubblica mettendo al bando facili illusioni e fragili
populismi. Questi i punti salienti del suo programma: fare di Montréal una
città mobile, potenziando il trasporto collettivo; creare la figura di un
ispettore generale indipendente per combattere la corruzione e la collusione;
valorizzare il patrimonio culturale cosmopolita; facilitare l’acquisto della
casa, soprattutto da parte dei giovani; rendere internet accessibile a tutti,
sostenere le piccole e medie imprese.
Mélanie Joly è una brillante avvocatessa di 34 anni: con una laurea in legge
all’Università di Oxford, lavora presso gli studi legali di Stikeman Elliott e
Davies Ward Phillips&Vineberg, prima di dedicarsi alle relazioni pubbliche
nella società di comunicazione Cohn&Wolfe. Nel 2008 co-fonda il movimento
“Generazione d’idee”, che tratta tematiche care ai giovani dai 20 ai 35 anni, e
“M-19”, contenitore di idee sul futuro di Montréal. Il suo slogan è tutto un
programma: “Il vero cambiamento per Montréal”. Fa parte di diversi consigli di
amministrazione, come la Fondazione del CHUM, il Museo di Arte contemporanea e
il Festival Bach di Montréal. Nel 2009 è la prima donna quebecchese a ricevere
il premio ‘Arnold Edinborough’ per l’impegno filantropico dimostrato
nell’ambito della cultura canadese. Mélanie non trascura l’impegno comunitario
aderendo all’Associazione del villaggio Shaughnessy per migliorare la qualità
della vita nell’ovest e nel centro della città. Nel 2008 il magazine ‘ELLE’ la
‘incorona’ “donna dell’anno”, mentre l’anno successivo ‘Le journal Les
Affaires’ la descrive come una delle “15 donne che faranno crescere il Québec”.
La Joly mira a modernizzare l’amministrazione municipale e a rispondere ai
bisogni dei cittadini con un gruppo di candidati ambiziosi, realisti e
innovativi, che si sono impegnati a realizzare 10 progetti: 130 km di corsie
preferenziali per autobus, dati trasparenti e accessibili, 30 mila famiglie che
restano in città agevolandone l’acquisto della casa, contratti municipali
fondati su qualità e onestà, spazi pubblici dedicati all’arte,
responsabilizzare i cittadini di una società multiculturale, lotta contro
l’esclusione sociale, semplificare la burocrazia per le imprese, tutelare i
commecianti e abbellire la città con più verde.
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