L’ex deputato liberale non potrà però contare sulla maggioranza relativa in consiglio comunale (27 seggi su 65) e si è aggiudicato solo 8 arrondissements su 19. Projet Montréal di Bergeron sarà l’opposizione ufficiale con 20 consiglieri. Grande exploit di Mélanie Joly: oltre 120 mila voti. Male Coté, fermo al 12.79%
Montréal – È stata una vittoria netta, ma non schiacciante come ‘profetizzavano’ i sondaggi che lo davano oltre il 40%. L’ex deputato liberale a Ottawa, Denis Coderre, è diventato il 44º primo cittadino della metropoli quebecchese con il 32,13% dei voti contro il 26,48% della sua rivale più vicina, Mélanie Joly, di Vrai Changement pour Montréal. Al terzo posto Richard Bergeron con il 25.52% delle preferenze; mentre per Marcel Côté, fermo al 12,79 %, è stata una cocente disfatta. Tasso di partecipazione al 42.86%: in rialzo rispetto al 2009 (39.4%) ma ancora sotto la media provinciale (50%). A giocare un ruolo determinante nella vittoria di Coderre sono stati la ‘vicinanza’ con i cittadini, ma soprattutto l’esperienza e la notorietà politica. È il quarto sindaco di Montréal in 12 mesi, dopo Gérald Tremblay, Michael Applebaum e Laurent Blanchard. Dopo aver atteso che il voto si stabilizzasse con l’avanzare dello spoglio e dopo aver ricevuto l’investitura da parte degli ‘sconfitti’, domenica sera, alle 23.45, Coderre è salito sul palco dell’Astral dove, rivolgendosi ad oltre 200 persone festanti tra candidati e sostenitori, ha pronunciato un discorso di forte apertura, un chiaro appello all’unità: “Oggi – ha detto – è la vittoria della democrazia”. Ed ha subito teso la mano all’opposizione, su tutti a Marcel Côté, che ha definito un “gentleman”, un’ “ispirazione per Montréal”. “Voglio essere un Sindaco inclusivo, che unisce e assembla, sarò all’ascolto di tutti”, ha poi aggiunto. “Montréal – ha sottolineato – ha bisogno di ritrovarsi, Montréal ha bisogno di poter contare su uomini e donne che lavorino tutti insieme per ripristinare la fiducia nelle istituzioni e fare in modo che la città possa tornare a brillare”. Coderre ha annunciato di aver già preso contatto con alcuni Ministri e sindaci della Provincia, per mettere in chiaro la sua leadership non solo sull’isola ma anche a livello regionale. Il neo Sindaco ha proseguito tessendo le lodi della città: “Montréal è una metropoli importante e i suoi cittadini devono essere rispettati come tali”. Ed ha invitato i dipendenti comunali, e tutti coloro che hanno a cuore le sorti della città, a lavorare di comune accordo per il successo della metropoli. Riconoscendo, in pratica, la necessità di alleanze in consiglio comunale, vista la mancanza di una maggioranza autosufficiente. “Gli elettori hanno scelto Coderre come sindaco, ma ci hanno anche chiesto di lavorare insieme. Il nostro compito non è governare, ma amministrare: viviamo in una delle città più belle al mondo e dobbiamo assicurarci che la città funzioni, che torni ad essere rispettata in tutto il mondo; dobbiamo essere in grado di garantire dei servizi di qualità a tutti i nostri concittadini”. “Montréal – ha concluso – dovrà essere una città intelligente grazie alla tecnologia, ma sarà anche una città onesta”.
Mélanie Joly: da sconosciuta ad emblema del cambiamento. Lungi dall’essere triste e
delusa per la vittoria
di Coderre, Mélanie Joly si è presentata sorridente e soddisfatta davanti ai
suoi sostenitori al teatro Plaza. Solo due mesi fa era una perfetta
sconosciuta: in due mesi ha conquistato 1 elettore su 4. Nessuna ‘onda gialla’,
dunque, ma una grande dimostrazione di forza e coraggio, che ha intercettato il
voto degli scontenti rimandando di 4 anni l’appuntamento con il ‘vero
cambiamento’. Il problema sarà mantenere vivo il partito fuori dalle stanze
del potere visto che la sua ‘colistière’, Marie-Claude Johnson, non è stata
eletta nell’arrondissement Côte-des-Neiges-Notre-Dame-de-Grâce. “Abbiamo
sentito il vostro desiderio di cambiamento – ha detto rivolgendosi ai
montrealesi – e vi assicuro che continuerò ad impegnarmi per portare avanti la
battaglia del
vero cambiamento, presentandomi al primo posto di consigliere di città
disponibile”.
Richard Bergeron, solo terzo, potrebbe lasciare. Richard Bergeron, al suo terzo tentativo per
la poltrona di sindaco, ha rivolto ai suoi sostenitori un discorso molto breve,
ricordando che Projet Montréal resta l’opposizione ufficiale al Comune e
tendendo la mano a Coderre per rilanciare la città. “Non saremo un’opposizione
di sola opposizione perché sarebbe sterile – ha detto -: se il sindaco ci
chiederà di collaborare, lo aiuteremo a realizzare alcuni progetti”. Ma sul suo
futuro ha preso tempo: “Entro 12 giorni deciderò cosa fare”.
Marcel Côté soddisfatto nonostante la sconfitta. Côté si è
dimostrato soddisfatto ringraziando tutti i suoi candidati per il coraggio
dimostrato. “Resto convinto – ha detto – che Montréal ha bisogno di una vera
rivoluzione tranquilla: deve riformarsi dalle radici”. Anch’egli non potrà
sedere in consiglio comunale: il suo ‘colistier’ non ce l’ha fatta
nell’arrondissement Côte-des-Neiges-Notre-Dame-de-Grâce. Ma per la Coalition è
stata una ‘Caporetto’: il sindaco uscente Laurent Blanchard è stato battuto nel
distretto di Hochelaga, mentre l’ex Ministro Louise Harel ha perso in quello di
Sainte-Marie. Unica nota positiva: l’altro confondatore del
partito, Marvin Rotrand, è stato rieletto nel distretto di Snowdon.
Coderre senza maggioranza al consiglio e tra gli
arrondissements. Coderre non potrà contare su una maggioranza autosufficiente
in consiglio comunale: su 65 membri, infatti, solo 27 saranno della sua équipe
(ne servono 33) contro 20 di Projet Montréal, 6 di Coalition Montréal, 4 di Le
Vrai changement à Montréal e 8 indipendenti. Tra questi, però, alcuni sono
molto vicini a Denis Coderre e quindi potenzialmente sarebbero pronti a
sostenerelo in consiglio comunale. A Coderre non va meglio a livello di numero
di arrondissements conquistati dai suoi candidati. Sono solo 8:
Ahuntsic-Cartierville (Pierre Gagnier), Montréal-Nord (Gilles Deguire),
Pierrefonds-Roxboro (Dimitrios Beis), Rivières-des-Prairies-Pointe-aux-Trembles
(Chantal Rouleau), Saint-Léonard (Michel Bissonnet), Verdun (Jean-François Parenteau) e
Villeray-Saint-Michel-Parc-Extenstion (Anie Samson). Anjou
(Luis Miranda), Outremont (Marie Cinq-Mars),
LaSalle (Manon Barbe) et Lachine
(Claude Dauphin) saranno guidati da 4 sindaci indipendenti. Projet Montréal è
riuscito a conservare Plateau-Mont-Royal (Luc Ferrandez) e Rosemont-La
Petite-Patrie (François Croteau). Tanti i consiglieri eletti in arrondissements
dove il partito non era presente prima del 3
novembre, come Outremont e Verdun. Le Vrai changement pour Montréal,
invece, si è aggiudicato il Municipio di l’Île-Bizard-Sainte-Geneviève grazie a
Normand Marinacci
Laval volta pagina con Marc Demers
Laval - L’ex poliziotto Marc Demers, del ‘Mouvement lavallois’, si è aggiudicato l’elezione a sindaco di Laval mettendo fine al ‘regno’ ventennale di Gilles Vaillancourt. Demers si è imposto con il 44.2% dei voti, mentre il suo principale avversario, Jean-Claude Gobé, di ‘Action Laval’, non è andato oltre il 24.3%. Claire Le Bel, di ‘Option Laval’, ha raccolto solo il 12,4% dei consensi, mentre Robert Bordeleau, del ‘Parti au service du citoyen’, si ferma al 10.9%. Con 18 consiglieri su 22, Mouvement lavallois potrà contare su 18 eletti su 22 al consiglio municipale. Due dei quattro consiglieri d’opposizione sono stati eletti sotto i colori di Action Laval, mentre gli altri due sono indipendenti. L’elezione di Demers è però contestata dai suoi avversari politici, perché non avrebbe abitato in città per un periodo sufficiente prima di depositare la sua candidatura. A questo proposito, il Ministro degli Affari Municipali, Sylvain Gaudreault, ha dichiarato che non gli è ancora pervenuta nessuna contestazione formale.
A Régis Labeaume un mandato forte
Québec – Régis Labeaume, 57 anni, è stato rieletto a Quebec city con un plebisito: non soltanto, infatti, ha raccolto più del 74% dei consensi, ma ha praticamente blindato il consiglio comunale con 18 eletti su 21. Tre vanno all’opposizione: Yvon Bussières, Anne Guérette e Paul Shoiry di ‘Démocratie Québec’. Nel 2009 Labeaume era stato eletto con il 79.9% dei voti. Gli arrondissements di Beauport, Charlesbourg, La Haute-Saint-Charles e Rivières hanno espresso un voto di massa, con punte del 75%. Il leader di ‘Démocratie Québec’, David Lemelin, che ha ottenuto il 23.9% dei voti, non farà parte del consiglio comunale, dal momento che neppure il suo ‘colistier’, Conrad Verret, è riuscito ad imporsi. Così come sono fuori i consiglieri uscenti Ginette Picard-Lavoie e Patrick Paquet.
No comments:
Post a Comment