Tuesday, April 8, 2014

Québec: è governo liberale maggioritario, Couillard Primo Ministro



All’Assemblea Nazionale il PLQ avrà dalla sua parte 70 deputati su 125. Cocente sconfitta per il Primo Ministro uscente Pauline Marois che, neppure rieletta nel collegio di Charlevoix-Côte-de-Beaupré, si dimette da leader del Parti québécois che diventa opposizione ufficiale dopo aver guidato il governo più breve (soli 18 mesi) della storia della Belle Province 

di Vittorio Giordano (@vittoriog82)

Sarà un governo liberale maggioritario. Dopo 33 giorni di campagna elettorale accesa e a tratti infuocata, lunedì 7 aprile il popolo quebecchese si è espresso senza tentennamenti: il 71,51% degli aventi diritto, su un totale di 6.012.440 elettori (contro il 74,6% del 2012) ha voluto fare una grande “pulizia di primavera” dicendo chiaro e tondo che vogliono essere governati dal Partito Liberale del Québec guidato da Philippe Couillard (eletto nel collegio di Roberval), che potrà contare sulla maggioranza assoluta all’Assemblea nazionale.

MAROIS NON RIELETTA SI DIMETTE. Addirittura non rieletta il Primo Ministro uscente, Pauline Marois, sconfitta nel collegio di Charlevoix-Côte-de-Beaupré dalla sua rivale liberale Caroline Simard. La Marois non ha potuto che prendere atto della cocente sconfitta e rassegnare mestamente le dimissioni dal partito e dalla vita politica. Una batosta per il Parti québécois (PQ), relegato al ruolo di opposizione ufficiale.

UNA VITTORIA NETTA.  Appena dopo la chiusura dei seggi alle 20, l’esito del voto è apparso subito incontrovertibile: il Partito Liberale ha preso un vantaggio tale da non lasciare nessuna speranza di rimonta agli avversari. A mezzanotte, con 21.609 seggi scrutinati su 21.617, i risultati sono già definitivi: su un totale di 125 seggi e 814 candidati in lizza, il PLQ ne conquista 70 (7 in più dei 63 che valgono la maggioranza), contro i 30 del Partito québécois (PQ), i 22 della Coalition avenir Québec (CAQ) e i 3 di Québec solidaire (QS). Questi ultimi sono il leader Amir Khadir nella circoscrizione di Mercier, la portavoce Françoise David nella contea di Gouin e Manon Massé a Sainte-Marie-Saint-Jacques.

NEL 2012 LA VITTORIA DEL PQ COL 31.95%. Impietoso il confronto con la composizione dell’Assemblea nazionale uscente: 54 deputati per il PQ (32%), 49 per il PLQ (31%), 18 per la CAQ (27%) e 2 per QS (6%), più i due deputati indipendenti Daniel Ratthé (Blainville) e Fatima Houda-Pepin (La Pinière).

VOTO POPOLARE: PLQ AL 41.50%. In termini di voti popolari (che però contano poco ai fini della distribuzione dei seggi, visto che nel sistema elettorale maggioritario secco basta un voto in più per vincere), il PLQ conquista il 41.50% dei consensi (1.756.638 voti), il PQ il 25.38% (1.074.348), la CAQ il 23.05% (975.804) e QS il 7.64% (323.334). Con meno del 26%, il PQ incassa il peggiore risultato degli ultimi decenni. Nel 2007, con André Boisclair alla guida del partito, il PQ aveva raccolto il 28% dei suffragi e 36 seggi, un risultato interpretato da molti come la fine di ogni velleità indipendentista.

IL RISCATTO DI COUILLARD. Eletto leader nel marzo del 2013, Philippe Couillard è riuscito a riguadagnare la fiducia degli elettori, dopo la brutta sconfitta del settembre 2012 quando, con Jean Charest ‘logorato’ dai movimenti studenteschi contrari all’aumento delle tasse scolastiche, il Partito liberale era sceso al 31%, il peggior risultato degli ultimi 40 anni. Couillard, capace di aggiudicarsi una roccaforte pechista come Roberval, è il simbolo della riscossa liberale. Tra i liberali, molti i candidati-vedettes eletti, come Dominique Vien a Bellechasse, Hélène David a Outremont, Martin Coiteux a Nelligan, Nicole Ménard a Laporte e Christine St-Pierre a L’Acadie. L’ex presidente della Federazione dei medici specialisti del Québec, Gaétan Barrette, ha battuto l’ex liberale Fatima Houda-Pepin (59% contro 23%). Ce l’hanno fatta anche l’ex Presidente di Investissement Québec Jacques Daoust (Verdun) e l’economista Carlos Leitao J (Robert Baldwin).

LA  DEBACLE DI PAULINE MAROIS E DEL SUO PQ. Dal canto suo, il Primo Ministro uscente, Pauline Marois (la prima donna alla testa di un governo quebecchese), ha gettato alle ortiche un governo durato solo 18 mesi, il più breve di tutta la storia della Belle Province. Il 5 marzo scorso, convinta dai sondaggi favorevoli (rivelatesi, a posteriori, ingannevoli), ha deciso di sciogliere l’Assemblea nazionale nella convinzione di riuscire a conquistare la maggioranza in Parlamento e ad approvare finalmente la Carta dei valori (cavallo di battaglia della sua politica a difesa dell’identità quebecchese), ponendo fine all’ostruzionismo delle opposizioni. Fatale, secondo molti analisti, si è rivelata l’ipotesi di una consultazione popolare per l’indipendenza, caldeggiata a più riprese da Pierre Karl Péladeau. Tra i pechisti che sono riusciti a sopravvivere al ‘terremoto liberale’, ricordiamo: Nicole Léger a Pointe-aux-Trembles, Bernard Drainville a Marie-Victorin, Pascal Bérubé a Matane e François Gendron a Abitibi-Ouest. Ce l’ha fatta anche il magnate dell’editoria Pierre Karl Péladeau, eletto a Saint-Jérôme con il 37% delle preferenze contro la caquista Patrice Charbonneau, che si è fermata al 32%. Mentre hanno dovuto alzare bandiera bianca, tra gli altri, l’ex presidente della Federazione universitaria del Québec (FEUQ), Martine Desjardins, sconfitta dal cachista Claude Surprenant,  (31.19% contro il 30.06%) e il suo ex collega Léo Bureau-Blouin, sconfitto dal liberale Saul Polo (44,15% contro 31,06 %). Oltre, tra gli altri, al Ministro dell’Ambiente Yves-François Blanchet nel collegio di Johnson, il collega della Sanità, Réjean Hébert, a Saint-François, l’economista Simon Prévost a Montarville e l’ex giornalista Alexis Deschênes a Trois-Rivières.

LA RIMONTA DELLA CAQ. Dopo una partenza lenta, la CAQ ha ‘soffiato’ almeno 8 collegi al Parti Québécois, soprattutto in roccaforti tradizionalmente pechiste come Masson, Repentigny e Mirabel. Tra i candidati della CAQ, ce l’hanno fatta Christian Dubé a Lévis, Sylvie Roy in Arthabaska e François Bonnardel A Granby.
Rieletto nel collegio dell’Assomption François Legault, leader della CAQ. (V.G.)

Pauline Maris si dimette: “Sono fiera dei miei 18 mesi”

È con voce rotta dall’emozione che la leader del Parti québécois (PQ), Pauline Marois, ha annunciato le sue dimissioni dal partito e dalla vita politica, davanti a centinaia di militanti in lacrime. “Vi ringrazio per l’impegno che mi avete dimostrato – ha detto rivolgendosi alla sua squadra – e mi congratulo con tutti i leader degli altri partiti”. “I quebecchesi si sono pronunciati – ha aggiunto - e noi tutti dobbiamo accettare questo risultato”. “Sono orgogliosa dei miei 18 mesi al potere – ha aggiunto -: abbiamo fatto tante cose importanti per i quebecchesi”. L’ex leader pechista non ha nascosto l’amarezza e la preoccupazione per la lingua francese: “Il mio rimpianto è di non aver rafforzato abbastanza la presenza del francese. Sono molto preoccupata per la nostra lingua: dobbiamo continuare a difenderla ovunque e in ogni momento”, ha concluso. Pauline Marois ha fatto politica per oltre 30 anni, occupando posti di rilivevo come il Ministero delle Finanze, della Salute e dell’Educazione. (V.G.)

Philippe Couillard: “Basta divisioni, ora la riconciliazione”

Visibilmente soddisfatto, il nuovo Primo Ministro del Québec, Philippe Couillard, ha promesso ai suoi militanti in festa un governo “stabile” che possa andare incontro agli interessi di tutti i quebecchesi, “a partire dall’economia e dal lavoro”. “Siamo tutti quebecchesi – ha aggiunto -: dobbiamo concentrarci su quello che ci unisce, perché tutto quello che condividiamo ci rende più forti”. “Quella di stasera – ha sottolineato - è la vittoria di un popolo fiero, unito ed ambizioso”. “Mi impegno a dirigere per i prossimi 4 anni un governo responsabile, integro, competente e trasparente: sarò il Primo Ministro di tutti, nel segno del lavoro e della prosperità di tutti”. “La nostra lingua, la nostra bandiera ed i nostri valori appartengono a tutti i quebecchesi”, ha sottolineato con orgoglio. “Lavoreremo tutti insieme per la prosperità, che è la sola che può garantire la piena libertà delle nostre scelte”. “La difesa e la promozione dei nostri interessi, l’attaccamento alla federazione canadese e l’apertura verso il mondo – ha ribadito - saranno i capisaldi della nostra azione di governo”. Poi la frase più importante: “È finito il tempo della divisione: è arrivato il momento della riconciliazione”. “A partire da adesso – ha concluso - lavoreremo tutti insieme per il progresso: voglio unire tutti i quebecchesi di tutte le regioni, di tutti gli orizzonti e di tutte le generazioni, per aprire le porte dell’avvenire alla nostra gioventù, che è piena di speranze”. (V.G.)

RIELETTI TUTTI I CANDIDATI ITALIANI

Tra i candidati italiani, sono stati rieletti Rita Lc de Santis (PLQ) nel collegio di Bourassa-Sauvé (con il 60,33%, 17.306 voti); Filomena Rotiroti (PLQ) a Jeanne-Mance-Viger (78,58%, 26.223 voti); Richard Merlini (PLQ) in quella di LaPrairie (33,9%, 10.765 voti); Robert Poëti (PLQ), nel collegio di Marguerite Bourgeoys (70,35%, 25.604 voti) e Alexandre Iracà (PLQ) a Papineau (50,43%, 17.934 voti).

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