Tuesday, June 3, 2014

Lo scugnizzo Rennella ci racconta “L’Amore all’Italiana”



Lo spettacolo andrà in scena il 15 giugno al Centro Leonardo da Vinci

Montréal – L’ultima volta ha fatto lo ‘Nu scugnizz a Montréal’. Era il 10 novembre del 2012. In due anni ne è passata di acqua sotto i ponti. Ora torna in città per parlarci d’amore. Magari avrà messo la testa a posto. O forse no. Diavolo o Acqua Santa, una cosa è certa: ci farà ridere con le sue battute fulminanti, ma anche emozionare con le canzoni più belle di sempre. Il suo nome sarà già sulla punta della vostra lingua: è Enrico Rennella, 32 anni, che questa volta ci propone uno spettacolo tutto incentrato “sul modo - tutto italiano - di essere nell'amore”. Nato a Parigi da mamma francese e papà napoletano, basta parlarci un attimo per capire che partenopei come lui ce ne sono pochi in giro: quell’inconfondibile accento, abbinato ad una comicità irresistibile, ne fanno un umorista geniale. Anzi, un artista a tutto tondo, visto che sul palcoscenico abbina esilaranti sketch a brani di successo che pesca dal ricchissimo repertorio italiano. Un ‘One man show’ autore, regista e interprete di un ‘varietà’ in italiano e (naturalmente) in napoletano, con qualche battuta in inglese e francese. Enrico vi racconterà “L’Amore all’Italiana” il 15 giugno al Centro Leonardo da Vinci dopo il fragoroso successo riscosso a Vancouver (sold out!) il 3 maggio scorso
Enrico, l'ultima volta che sei stato a Montréal con il tuo spettacolo "Nu Scugnizz' a Montreal" è stato nel 2012. Sono passati due anni. “In questi due anni sono stato in tante città per presentare ‘Nu Scugnizz' e, allo stesso tempo, scrivevo il mio nuovo spettacolo, ‘L'Amore all'Italiana’. Noi artisti siamo un po' così, sai, non riusciamo mai a stare fermi con la mente. Cerchiamo sempre qualcosa di nuovo per dare al nostro pubblico l'entusiasmo di una novità”.
Ora ritorni da noi con "L'Amore all'Italiana". Cos'ha di diverso questo spettacolo rispetto al primo? “Il titolo, ovviamente, rispecchia il tema dello spettacolo, che è quello, appunto, dell'amore. In questo spettacolo mi concentro però sul nostro modo - tutto italiano - di essere nell'amore, di rapportarsi l'uno all'altro. Nello spettacolo affronto l'amore da diversi punti di vista: l'amore tra uomo e donna, quello in famiglia tra genitori e figli e poi, anche, l'amore nella religione, che per me è molto importante. I modi di amare e di mostrare amore sono tanti ed io sul palco cerco di mettere in luce gli aspetti più simpatici di questo sentimento”
La tua professione è quella dell'umorista,ovviamente, ma tu come ti definisci? Cos'hai di diverso da tanti altri comici? “Ogni comico è diverso. Ognuno ha il suo modo di raccontare le sue battute. In ogni mio spettacolo cerco sempre di fare vivere la battuta al pubblico perchè la presento come un film o un libro. È una storia che ha un inizio e che ti porta pian piano alla fine. La gente mi chiede spesso se quello che faccio è stand-up comedy, ma io non mi vedo così. Non mi definisco un cabarettista. Preferisco definire me stesso  un "one-man show", perché i miei spettacoli offrono un po' di tutto: c'è tanta varietà che spazia dalla commedia, alle storie della mia vita, fino alla musica che mi sta a cuore. Mi piace offrire al pubblico un'esperienza completa”.
Nel tuo nuovo spettacolo c'è un elemento di novità: la presenza di un complesso musicale che ti accompagna.  “La musica è molto importante per me, perché mi accompagna sempre nella vita di tutti i giorni. Voglio dare al mio pubblico un'esperienza ricca di emozioni e questo non si può fare senza la musica. Insieme, sul palco, percorreremo un tragitto musicale che ci accomuna come italiani. Per questo ho scelto canzoni che tutti possono riconoscere e cantare insieme a me. Naturalmente, a me piace molto anche la musica moderna, per cui ci saranno anche dei brani che si sentono ancora oggi alla radio, cantati però, con un pizzico di simpatia, se così posso dire”.
Chi è Enrico oggi rispetto allo Scugnizz' di due anni fa? “Enrico, oggi, è uno che è passato da fare nu scugnizz' all'amore ... cioè rubo di meno. Scherzi a parte, non penso di essermi evoluto poi tanto perché, in fondo, se vado o non vado sul palco, sono sempre la stessa persona, sia al teatro che nella vita di tutti i giorni. Sono sempre lo stesso”.
Tra le tante città, ti sei esibito con successo anche a Toronto, Mississauga e Vancouver. Hai trovato differenze o pensi che una certa "italianità" le accomuni? “Più o meno la Comunità, da ovest a est e da nord a sud, è uguale, ma più passa il tempo e più il pubblico si mostra caldo nei miei confronti, perché tanti di loro ora sanno chi sono. La mia prima volta a Montréal non è stata facile, il pubblico era molto freddo all'inizio dello spettacolo. Ma poi, dopo qualche minuto, mi hanno dato più calore che nu furn a pizz”.
E dal pubblico di Montréal, cosa ti aspetti? “Penso che questa volta l'accoglienza sarà ancora più calorosa. Il pubblico sa più o meno cosa aspettarsi da me, anche se ho tutta l'intenzione di sorprenderli ancora. Montreal è una città che ho molto a cuore perchè mi fa sentire a casa. È molto europea”.
Rivolgi un appello ai nostri lettori e al tuo pubblico. “Se volete passare una serata a ridere e a cantare allora domenica15 giugno venite tutti al Centro Leonardo da Vinci. Il posto giusto per chi crede nell'amore e vuole dimenticare un po' i problemi della vita”. (V.G.)

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