Tuesday, June 3, 2014

Sempre più italiani scelgono il Canada



Lo dicono i dati ufficiali del Ministero dell’Immigrazione. Ma i numeri restano bassi, se paragonati alle ondate del secolo scorso e ai nuovi arrivi da Paesi emergenti come Cina, India e Filippine

Ottawa – Gli italiani che nel 2013 sono diventati residenti permanenti sono 823, ovvero il 139% in più rispetto al 2005. I numeri restano decisamente bassi, se paragonati alle ondate del secolo scorso, soprattutto nel dopoguerra (dal ’46 al ’55: 130.752 ingressi; dal ’56 al ’65: 216.982; dal ’66 al ’75: 126.540; dall’ ’86 al ’95: 7.872 e dal ’96 al 2005: 4.794), ma l’inversione di tendenza appare evidente. Anche se siamo lontani anni luce dai 3 Paesi che rappresentano i “serbatoi” più importanti del Canada: 34mila residenti permanenti dalla Cina, 33mila dall’India e 30mila dalle Filippine. Ad illustrare la situazione dell’immigrazione italiana in Canada sono stati, il 16 maggio scorso, a Toronto, il Ministro della Cittadinanza e dell’Immigrazione Chris Alexander, il Ministro del Multiculturalismo Jason Kenney e il collega responsabile dei Veterani, Julian Fantino. Rispetto al 2005, i residenti permanenti sono più che raddoppiati: da 344 sono passati a 823, ovvero il 139% in più. Inoltre, sempre nel 2013, 421 studenti italiani, il 90% in più rispetto al 2005, hanno scelto il Paese degli Aceri per completare la loro formazione accademica. Dopo un periodo di lunga e costante discesa degli ingressi dal Belpaese (dal 1967 con un picco di 31.635 al 2005 con soltanto 344 residenti, ovvero un ribasso del 99%), l’immigrazione italiana in Canada ha cominciato lentamente a risalire. Tra i nuovi residenti permanenti, quelli che rientrano nella categoria della ‘classe economica’ (coloro, cioè, che sono stati accettati perché hanno una somma da investire o sono in possesso di un contratto di lavoro) sono quasi triplicati negli ultimi 10 anni. L’anno scorso il Canada ha accolto 500 investitori dall’Italia, un aumento del 200% rispetto al 2003. L’inversione di tendenza riguarda anche la categoria della ‘classe familiare’ (ricongiungimenti), che ha visto 294 nuovi residenti, il numero più alto in quasi 20 anni. In generale, dal 2006 ad oggi, il Canada ha accolto in media 250 mila persone da tutto il mondo. Dal 1946, gli italiani che hanno scelto di vivere in Canada sono più di 500 mila. A fare la differenza, nel 1967, è stata la riforma dell’immigrazione, basata sul “sistema a punti”: i richiedenti dovevano totalizzare più punti possibili (in una scala da 0 a 100), tenendo conto di 9 fattori, tra cui educazione (20), età (10) e conoscenza dell’inglese e del francese (10). Fattori che hanno scoraggiato, di fatto, la domanda italiana, essendo gli immigrati del Belpaese del tempo quasi tutti analfabeti, e quindi impiegabili solo come manodopera. Oggi gli italiani, complice un mercato del lavoro bloccato, hanno ripreso ad emigrare: secondo l’Istat, solo negli ultimi cinque anni quasi 100 mila giovani (94mila, per la precisione) sono espatriati. Sono giovani e laureati. Metà di chi ‘scappa’ si ferma, però, in Europa. Ma la nuova frontiera è l’est: nei primi mesi del 2014 oltre 6 mila italiani sono andati ad abitare a Mosca; così come, dal 2011, gli Italiani che vivono a Budapest sono decuplicati, da 400 a 4mila. Senza dimenticare i 3.500 italiani che nel 2013 sono emigrati in Cina. Il Canada resta una meta ambita, ma non riscalda il cuore come qualche decennio fa: chi lascia il Vecchio Continente, punta a rifarsi una vita in Europa o in Oriente. (V.G.)

No comments:

Post a Comment