I tifosi invocano Marco Schallibaum e il
presidente Joey Saputo promette cambiamenti
La
misura è colma e la pazienza è finita. I tifosi dell’Impact non ci stanno più:
dopo l’ennesima sconfitta (0-3), maturata sabato scorso contro i Campioni in
carica dello Sporting
Kansac City
(che avevano già bastonato 4-0 i montrealesi il 19 aprile), gli ultras hanno
contestato senza mezzi termini la società, mettendo alla berlina l’allenatore
Frank Klopas e il direttore sportivo Nick De Santis. E scandendo a più riprese
il cognome dell’ex allenatore Marco Schallibaum, rimasto nel cuore dei fan per
la sua personalità focosa e agguerrita. Un atteggiamento (spesso anche un limite,
viste le tante squalifiche collezionate dal “vulcano svizzero” per le proteste
sopra le righe) che la squadra faceva sua sul rettangolo di gioco. E che la
tifoseria apprezzava, a prescindere dal risultato al triplice fischio finale.
Oggi manca proprio quella: la cattiveria agonistica, la voglia, la
determinazione, la capacità di soffrire e di combattere fino all’ultimo minuto.
La squadra scende in campo impaurita e quasi sempre sfilacciata tra i reparti:
gli schemi sono ancora macchinosi, gli errori (soprattutto di deconcentrazione)
si moltiplicano e in attacco le palle-gol latitano. Di chi è la colpa? Come in
tutte le cose, la verità sta nel mezzo: il gioco del neo allenatore non sembra aver
attecchito tra i giocatori, che sono scarichi e forse non si applicano
abbastanza, mentre la società non ha fatto un mercato all’altezza. Anzi: non ha
praticamente fatto mercato. È un concorso di colpa. Ora spetta al presidente
Joey Saputo scendere in campo in prima persona, prendere in mano la situazione
e apportare i giusti cambiamenti (anche dolorosi) per il bene della squadra. Un
tweet post-partita del
presidente sembra andare proprio in questa direzione: “I nostri tifosi meritano
di meglio, garantisco che ci saranno cambiamenti”. Ai proclami adesso dovranno
seguire i fatti. Sulla partita c’è poco da dire. Di fronte a circa 15 mila
spettattori attirati da un bel sole primaverile, l’Impact scende in campo senza
gli infortunati Di Vaio e Ferrari e lo squalificato Camara. Resiste 18 minuti,
poi il crollo. La prima sberla è di Dwyer, che trasforma un rigore per un fallo
di mano in area di rigore di Warner, giustamente espulso. Il raddoppio è
nell’aria. E infatti arriva puntuale al 34′: Nagamura accompagna in rete la
palla invitante di Myers dalla destra. Gli ospiti non vanno mai sotto pressione
e controllano la partita in scioltezza, tanto che, a fine primo tempo,
sfoggiano un possesso palla pari al 75%. Non c’è partita. Il ‘calvario’, però,
continua per altri 45 minuti: lo Sporting gira la palla senza fretta (e
soprattutto senza opposizione) fino a
trovare la rete della sicurezza al 64’ ancora con Dwyer, bravo ad insaccare con
un diagonale. Romero, Bernier e Gonzalez per Nyassi, Felipe e McInerney non
cambiano di una virgola l’inerzia di una gara che lo Sporting ha controllato
senza affanni dall’inizio alla fine. L’Impact può ripartire subito: già
mercoledì 14 maggio, alle 19, allo stadio Saputo, contro Edmonton,
per la semifinale di ritorno del
Campionato Canadese Amway, quando sarà chiamato a ribaltare il 2-1 dell’andata.
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