Friday, February 28, 2014

Il Ministro Julian Fantino: il Canada vuole un’Italia forte

Il Ministro degli ex combattenti sprona l’Italia a uscire dalla crisi, difende il budget conservatore e critica i propositi indipendentisti del governo quebecchese


“Il Canada ha bisogno di un’Italia forte e protagonista sulla scena internazionale. Il budget appena varato da Ottawa è il migliore possibile in un momento economico ancora difficile. Il Canada senza il Québec non sarebbe più lo stesso Paese e i quebecchesi fanno parte a tutti gli effetti della nazione canadese”. Sono alcuni dei passaggi più significativi dell’intervista realizzata con Julian Fantino, Ministro degli ex combattenti, da sempre molto orgoglioso delle sue origini friulane.

“La situazione economica in Italia – ha detto - è molto delicata. Come membro del G7, il Canada è molto preoccupato: nel Belpaese c’è ancora molto da fare per uscire dalla crisi. È indubbio, poi, che l’instabilità politica e la mancanza di fiducia dei cittadini nella classe dirigente renda la strada ancora più in salita. L’impressione è che la mancanza di leadership e di organizzazione, così come le critiche e le polemiche che investono ogni giorno il sistema politico, disperda le migliori energie che invece potrebbero essere incanalate per varare provvedimenti a favore della crescita economica e della creazione di nuovi posti di lavoro. L’Italia ha enormi potenzialità ed ha grandi opportunità per uscire da questo momento di difficoltà. Proprio mentre stiamo discutendo i dettagli operativi del Trattato di libero scambio con l’Unione Europea, non possiamo permetterci che l’Italia resti indietro. La mia speranza è che quest’enorme opportunità possa aiutare l’Italia a ripartire. Con un’economia sempre più globalizzata e i rapporti di import/export sempre più stretti, è molto importante che l’Italia torni a giocare un ruolo da protagonista. Attraverso il Trattato, contiamo di potenziare ancora di più le relazioni commerciali tra le due sponde dell’Atlantico, a cominciare dai prodotti alimentari, come olio e vino, e dai capi di abbigliamento. Tra Ottawa e Roma c’è un rapporto di grande collaborazione: nei mesi scorsi il Primo Ministro Letta è venuto in visita a Ottawa, dove ha ricevuto un trattamento regale da parte di Stephen Harper, che ha colto l’occasione per dimostrare la grande considerazione del nostro Paese per l’Italia e per la Comunità italo-canadese. Ed a fine aprile è in programma la visita di una delegazione del Parlamento italiano”.

“Budget noioso ma buono”. “Come ha detto il Ministro Flaherty, è una legge di bilancio noiosa ma proprio per questo buona. Considerata la congiuntura economica internazionale, il Canada sta andando nella giusta direzione. Il bilancio appena depositato rappresenta un significativo passo avanti verso il pareggio di bilancio che raggiungeremo nel 2015. Dal 2009, il nostro governo è stato in grado di creare oltre un milione di posti di lavoro, molti dei quali ben retribuiti e a tempo indeterminato. Tuttavia dobbiamo restare vigili: i tassi di interesse sono ancora bassi e dobbiamo fare in modo che la gente non s’indebiti eccessivamente. Abbiamo rafforzato la sicurezza pubblica, con un occhio di riguardo verso le vittime di abusi sessuali e il contrabbando di tabacco. Senza dimenticare le agevolazioni per le imprese e gli investimenti per i Parchi nazionali. E tutto questo senza aumentare le tasse, cercando invece di ridurle. Credo sia il migliore budget possibile in un momento economico ancora difficile”.

“Tristi i propositi sovranisti della Marois”. “Nel rapporto con le Province, il governo sta facendo del suo meglio, a partire dagli ingenti trasferimenti per l’assistenza sanitaria. Invece di lamentarsi, i governi dovrebbero dare prova di responsabilità, come sta facendo l’Ontario. Per quanto riguarda il Québec, Ottawa non perde occasione per dimostrare il suo rispetto per la sua specificità storica, culturale e linguistica. Credo che i propositi sovranisti riproposti dal Primo Ministro Marois siano molto tristi: il Canada senza il Québec non sarebbe più lo stesso Paese e i cittadini del Québec fanno parte a tutti gli effetti della nazione canadese. Un’eventuale separazione sarebbe contraria ai sogni e ai sacrifici dei nostri padri, che hanno fatto tanto per fare del Canada uno dei Paesi più evoluti, civili e pacifici del mondo”.

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