Impact, sempre più incerto il futuro di Schällibaum
MONTRÉAL - Chiusa in fretta la pratica Playoff con un’eliminazione
bruciante in Texas per mano della Dynamo Houston, nei giorni scorsi l’Impact di
Montréal ha archiviato la stagione ufficiale convocando in sede una serie di
conferenze stampa. Incontri che però non hanno sciolto i dubbi sulla prossima
stagione. I primi ad incontrare i giornalisti sono stati il presidente Joey
Saputo e il direttore generale Nick De Santis, che non hanno
nascosto la propria delusione per il finale di campionato tutt’altro che
entusiasmante. Un’ombra che ha allontanato Marco Schällibaum dalla panchina, o
quantomeno ne ha impedito una pronta e convinta conferma. Per il momento la
società si è presa qualche giorno per riflettere, prima di prendere una
decisione definitiva. “È bello sapere che il nostro allenatore voglia restare
con noi, è innamorato della città e della squadra – ha detto Saputo - ma noi
dobbiamo pensare al bene del club nel lungo periodo. Se saremo sulla stessa
lunghezza d’onda una volta che avremo analizzato gli aspetti positivi e
negativi della stagione, allora sicuramente continueremo insieme. Ma ci vorrà
del tempo per portare a termine questa valutazione. Abbiamo iniziato bene ma
finito male: sarà importante capire perché”. “Vi assicuro che sul banco degli
imputati non c’è solo l’allenatore - gli ha fatto eco De Santis -: tutti
dovranno prendersi le proprie responsabilità”. Anche i giocatori, quindi,
devono meritarsi la riconferma. Non saranno più tollerati blackout come quello
che ha portato la squadra a perdere quota nelle ultime giornate fino alla
deblacle con 3 espusioni nello spareggio in Texas. “Voglio scusarmi con i
tifosi – ha detto il presidente - per il nostro comportamento nel finale della
partita di Houston: non è stato degno della storia e dello stile del nostro
club”. Non solo ombre, però: il patron ha ricordato come nel 2013 l’Impact
abbia conquistato il Campionato canadese e segnato complessivamente 50 gol:
“Alla squadra do un voto di 7 su 10: domandate al Toronto come si sente dopo 7
stagioni che cerca di accedere ai Playoff!”. Dal canto suo, Marco
Schällibaum si sente tranquillo, anche se nasconde a fatica l’inquietudine
che avvolge il suo futuro incerto: “Sicuramente avrei preferito che le cose
fossero andate diversamente, ma nel mondo del calcio tutto questo è normale: il
primo a pagare è sempre l’allenatore, ma non ho paura. Succede la stessa cosa
anche in Europa, rispetto la situazione. In ogni azienda, a fine anno, quando i
numeri non tornano, ci si pone delle domande. Il comportamento della società è
legittimo: bisogna fare meglio la prossima stagione, con o senza me in
panchina. Per quanto mi riguarda, ho espresso il desiderio di restare. È stato
un campionato molto positivo, almeno fino ad un mese fa”. Sulla decisione della
società peserà anche lo spogliatoio, che non è tutto con lui. Se gli italiani Alessandro
Nesta (che ha appeso gli scarpini al chiodo) e Marco Di Vaio (che ha
rinnovato per un altro anno) hanno confermato la loro fiducia all’allenatore,
altri giocatori non hanno nascosto le proprie perplessità. Su tutti i due
esclusi illustri nell’ultima partita contro Houston: Patrice Bernier e Davy
Arnaud. “Sto bene – ha detto il primo - e sono amareggiato per non aver
giocato la partita decisiva della stagione. Mi sentivo pronto a stare in campo
anche 120 minuti”. “Dire che sono deluso è un eufemismo – ha aggiunto dal canto
suo il capitano -: non ero d’accordo ma rispetto la decisione del mister di
lasciarmi in panchina”. Due prese di posizione pesanti: la loro conferma anche
per la prossima stagione significherebbe probabilmente la fine dell’era
Schällibaum a Montréal. E viceversa.
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