Tuesday, November 12, 2013

CALCIO - La squadra di Joey Saputo alle prese con il nodo allenatore



Impact, sempre più incerto il futuro di Schällibaum

MONTRÉAL - Chiusa in fretta la pratica Playoff con un’eliminazione bruciante in Texas per mano della Dynamo Houston, nei giorni scorsi l’Impact di Montréal ha archiviato la stagione ufficiale convocando in sede una serie di conferenze stampa. Incontri che però non hanno sciolto i dubbi sulla prossima stagione. I primi ad incontrare i giornalisti sono stati il presidente Joey Saputo e il direttore generale Nick De Santis, che non hanno nascosto la propria delusione per il finale di campionato tutt’altro che entusiasmante. Un’ombra che ha allontanato Marco Schällibaum dalla panchina, o quantomeno ne ha impedito una pronta e convinta conferma. Per il momento la società si è presa qualche giorno per riflettere, prima di prendere una decisione definitiva. “È bello sapere che il nostro allenatore voglia restare con noi, è innamorato della città e della squadra – ha detto Saputo - ma noi dobbiamo pensare al bene del club nel lungo periodo. Se saremo sulla stessa lunghezza d’onda una volta che avremo analizzato gli aspetti positivi e negativi della stagione, allora sicuramente continueremo insieme. Ma ci vorrà del tempo per portare a termine questa valutazione. Abbiamo iniziato bene ma finito male: sarà importante capire perché”. “Vi assicuro che sul banco degli imputati non c’è solo l’allenatore - gli ha fatto eco De Santis -: tutti dovranno prendersi le proprie responsabilità”. Anche i giocatori, quindi, devono meritarsi la riconferma. Non saranno più tollerati blackout come quello che ha portato la squadra a perdere quota nelle ultime giornate fino alla deblacle con 3 espusioni nello spareggio in Texas. “Voglio scusarmi con i tifosi – ha detto il presidente - per il nostro comportamento nel finale della partita di Houston: non è stato degno della storia e dello stile del nostro club”. Non solo ombre, però: il patron ha ricordato come nel 2013 l’Impact abbia conquistato il Campionato canadese e segnato complessivamente 50 gol: “Alla squadra do un voto di 7 su 10: domandate al Toronto come si sente dopo 7 stagioni che cerca di accedere ai Playoff!”. Dal canto suo, Marco Schällibaum si sente tranquillo, anche se nasconde a fatica l’inquietudine che avvolge il suo futuro incerto: “Sicuramente avrei preferito che le cose fossero andate diversamente, ma nel mondo del calcio tutto questo è normale: il primo a pagare è sempre l’allenatore, ma non ho paura. Succede la stessa cosa anche in Europa, rispetto la situazione. In ogni azienda, a fine anno, quando i numeri non tornano, ci si pone delle domande. Il comportamento della società è legittimo: bisogna fare meglio la prossima stagione, con o senza me in panchina. Per quanto mi riguarda, ho espresso il desiderio di restare. È stato un campionato molto positivo, almeno fino ad un mese fa”. Sulla decisione della società peserà anche lo spogliatoio, che non è tutto con lui. Se gli italiani Alessandro Nesta (che ha appeso gli scarpini al chiodo) e Marco Di Vaio (che ha rinnovato per un altro anno) hanno confermato la loro fiducia all’allenatore, altri giocatori non hanno nascosto le proprie perplessità. Su tutti i due esclusi illustri nell’ultima partita contro Houston: Patrice Bernier e Davy Arnaud. “Sto bene – ha detto il primo - e sono amareggiato per non aver giocato la partita decisiva della stagione. Mi sentivo pronto a stare in campo anche 120 minuti”. “Dire che sono deluso è un eufemismo – ha aggiunto dal canto suo il capitano -: non ero d’accordo ma rispetto la decisione del mister di lasciarmi in panchina”. Due prese di posizione pesanti: la loro conferma anche per la prossima stagione significherebbe probabilmente la fine dell’era Schällibaum a Montréal. E viceversa. 
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