Un ponte sull'Atlantico
Bruxelles e Ottawa
hanno posto le basi per intensificare i rapporti commerciali che avvicineranno
ancora di più le due sponde dell’Atlantico
Bruxelles – Dopo quattro anni di serrate trattative, il 18
ottobre scorso il Canada
e l’Unione Europea hanno raggiunto “una intesa di principio” su un accordo di
libero scambio. Sia il Premier canadese Stephen Harper che il Presidente della
Commissione Europea José Manuel Barroso hanno definito l’accordo “storico”,
“eccellente” e “win-win”. Entrambi i leader si sono detti “fiduciosi”
sull’approvazione dell’intesa da parte delle Province
canadesi, dei 28 Stati membri Ue e del Parlamento europeo. Barroso ha detto di
ritenere che il processo di ratifica dovrebbe essere completato per il 2015.
Per l’Europa, si tratta del
primo accordo di libero scambio con un Paese del G8 e giunge mentre la
Commissione europea sta negoziando intese simili con gli Stati Uniti e il
Giappone. Sul fronte canadese, il governo provinciale del Québec ha accolto con
soddisfazione l’accordo. Sul piede di guerra, invece, i produttori agricoli
quebecchesi, soprattutto nel settore dei formaggi e dei latticini, secondo cui
le importazioni dall’Europa passeranno da 14 a 32 mila tonnellate all’anno,
compromettendo seriamente la competitività delle aziende locali.
Il pacchetto commerciale prevede che al momento dell’entrata
in vigore vengano aboliti circa il 98% dei dazi oggi esistenti tra le due aree
economiche. Tra le altre cose, l’accordo permetterà ai produttori canadesi di
carne di avere accesso al mercato europeo e, viceversa, agli agricoltori
europei di vendere latticini sul mercato nordamericano grazie al riconoscimento
delle Indicazioni geografiche protette (Igp). L’Ue (che conta più di 500
milioni di consumatori) è il secondo partner commerciale del Canada dopo gli
Usa, e rappresenta il 10,4% del commercio estero del Paese, che contribuisce al
60% del Pil nazionale. Secondo Barroso, l’accordo genererà 12 miliardi di euro
all’anno per l’Ue e aumenterà del 22,9%, equivalente a 25,7 miliardi di euro,
il commercio bilaterale di beni e servizi. Secondo il governo di Ottawa,
l’intesa si tradurrà in 12 miliardi di dollari in più di Prodotto Interno Lordo
con 80-100 mila nuovi posti di lavoro. Nel 2011, l’interscambio tra le due aree
economiche è stato di 84 miliardi di euro. Da segnalare che l’accordo contiene
anche misure relative agli investimenti, alla proprietà intellettuale e agli
appalti pubblici.
Secondo una dichiarazione di Ottawa, l’accordo garantirà
“una maggiore certezza, stabilità, trasparenza e protezione dell’investimento”.
“Si tratta di un accordo commerciale molto ambizioso e di grandi dimensioni,
che è fondamentale per l’economia dell’Unione Europea”, ha dichiarato Barroso.
“Il Canada è una delle economie più avanzate del mondo. Questo accordo aprirà
nuove interessanti opportunità per le imprese europee e canadesi, migliorando
l’accesso al mercato di beni e servizi e fornendo nuove opportunità per gli
investitori europei. Ci permetterà, inoltre di prendere piede nel mercato nord
americano e quindi essere una fonte di crescita e di occupazione in Europa”, ha
concluso Barroso.
Il governo italiano, dal canto suo, ha accolto con “grande
soddisfazione” l’accordo. È stato il Presidente del Consiglio, Enrico Letta, a
complimentarsi con Barroso e Harper. “L’Italia – ha ricordato in una nota il
Premier – ha sostenuto con determinazione questo accordo quale leva di crescita
e nuove opportunità e strumento per rafforzare i legami tra le due sponde
dell’Atlantico. Abbattere le frontiere e favorire gli scambi è fattore efficace
per supportare la crescita”. L’accordo getta le fondamenta per un mercato unico
atlantico e permetterà alle imprese italiane di espandere il Made in Italy e
rafforzare la propria presenza in Canada. Il Vice Ministro dello Sviluppo
Economico, Carlo Calenda, ha sottolineato che, grazie a questa intesa, l’Italia
vedrà garantito il riconoscimento del diritto a commercializzare sul mercato
canadese - con adeguata tutela - alcuni dei suoi principali prodotti
agroalimentari di qualità con la loro denominazione di origine: dai prosciutti
DOP (Parma, San Daniele, Toscano) al Parmigiano Reggiano e a formaggi come
l’Asiago, la Fontina ed il Gorgonzola.
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