Tuesday, March 25, 2014

ELEZIONI IN QUEBEC, dibattito tv e sondaggi: Marois in difficoltà



Ultima rilevazione Léger-Journal de Montréal: PLQ  al 40% e PQ al 33%


di Vittorio Giordano
 
Montréal – Il dibattito tra i leader dei principali partiti in lizza per le elezioni del 7 aprile non ha tradito le attese: il 20 marzo scorso gli elettori hanno assistito ad una sfida televisiva a tutto campo sui temi più disparati: con l’economia e l’identità nazionale che hanno infiammato gli animi, ‘infrangendo’ il tradizionale aplomb nordamericano. Attaccata sul ‘referendum’ e ‘Carta dei valori’, il Primo Ministro Pauline Marois è apparsa in difficoltà e, costretta sulla difensiva, ha provato ad uscire dall’angolo affermando che “queste elezioni servono ad eleggere un governo, non a decidere su un referendum, che comunque non si terrà finché la popolazione non sarà pronta”. Una risposta poco convincente, che non esclude affatto una consultazione popolare nel prossimo futuro. Tanto che François Legault, leader della CAQ, ha contrattaccato: “Non basta, si tratta di un tema così delicato che i quebecchesi hanno diritto ad avere una risposta chiara”. Marois, sempre più con le spalle al muro, ha cercato di spostare la discussione sulla ‘Carta dei valori’, che riscuote ancora un certo consenso tra la popolazione. Una Carta sulla quale lo stesso Legault si è mostrato disponibile al confronto, mentre Philippe Couillard, capo del Partito Liberale, ha chiuso ogni margine di trattativa: “Per risolvere un problema – ha attaccato rispondendo a Leagult che gli chiedeva se accetterebbe un poliziotto con la hijab - prima deve esistere, e in questo momento non c’è nessun caso che giustifichi un provvedimento del genere”. “Sui segni religiosi nel pubblico impiego – ha poi aggiunto - ci sono già dei regolamenti e spetta ai tribunali prendere una decisione”. Anche questa, per la verità, è apparsa una risposta evasiva e poco soddisfacente: le battaglie legali vanno sempre inquadrate in un contesto politico più ampio, a cui nemmeno Couillard può e deve sottrarsi. Il leader liberale ha cercato di rifarsi con una domanda tagliente al Primo Ministro: “Quante donne che indossano degli ‘indumenti religiosi’ e che lavorano negli ospedali vuole licenziare?” La risposta è stata altrettando piccata: “L’unica donna che ha perso le sue funzioni è stata Fatima Houda-Pepin, cacciata dal caucus liberale (per la sua posizione non allineata sulla Carta dei valori, ndr)”. Ma la Marois ha dovuto difendersi anche dal fuoco ‘amico’ della leader di ‘Québec solidaire’, Françoise David: “Non credo proprio che mandare a casa una donna possa risolvere il problema dell’integralismo”.  All’accusa mossa ai liberali sull’intenzione di tornare alla vecchia ricetta di Jean Charest aumentando il debito pubblico, le reazioni sono state vibranti: le opposizioni hanno ricordato al Primo Ministro lo stato ‘non propriamente roseo’ in cui versa l’economia, ponendo l’accento sui posti di lavoro persi nell’ultimo periodo. Sulle Commissioni scolastiche, poi, Legault, che ne auspica l’abolizione, ha ricordato alla Marois come abbiano appena aumentato le tasse; così come ha fatto presente a Couillard che anche lui ne è prigioniero, perché sono tanti i Commissari nel suo partito. Infine la Marois si è detta orgogliosa di aver tagliato  la tassa sulle salute introdotto dal governo Charest, anche se - per il momento - solo per i ceti meno abbienti.

Liberali avanti nei sondaggi - Il dibattito ha confermato una tendenza coincisa con l’ingresso in campo tra le fila pechiste di Pierre Karl Péladeau, che ha spostato l’attenzione sul tema dell’indipendenza. Il Partito pechista perde terreno a vantaggio dei liberali, che balzano prepotentemente in testa nelle intenzioni di voto. Un trend confermato da tre sondaggi diversi. Secondo quello realizzato da CROP per La Presse,  e reso pubblico il 18 marzo, il Partito liberale (PLQ) salirebbe al 39% e il PQ (Parti quebecchese)  scenderebbe al 36%; mentre CAQ (Coalizione Avvenire Québec) e Qs (Québec solidaire) si fermerebbero rispettivamente al 13% e al 10%. In base ad un altro sondaggio, questa volta firmato da CTV/IPSOS REID e divulgato il 19 marzo, il PLQ sarebbe primo con il 37% delle preferenze, contro il 32% del PQ, il 16% della CAQ e il 10$ di Qs. Il partito della Marois conserverebbe comunque un vantaggio importante tra gli elettori francofoni, con il 38% delle preferenze: contro il 29% per i liberali, il 18% per la CAQ e il 12% per QS. Addirittura, un ultimissimo sondaggio Léger-Journal de Montréal, uscito il 25 marzo, dà il PLQ dal 40%, 7 punti avanti il PQ, sceso al 33%, quindi la CAQ al 15% e Qs al 9%. Lo stesso consenso tra i francofoni comincia a scricchiolare: pechisti al 40% e liberali al 30% contro, rispettivamente, il 44% e il 27% del 13 marzo scorso.

No comments:

Post a Comment