Tuesday, March 18, 2014

ELEZIONI QUEBEC: testa a testa tra liberali e pechisti



di Vittorio Giordano (Il Cittadino Canadese)

Dopo la candidatura di Pierre Karl Péladeau con il Partito Québécois, il quadro politico è sempre più polarizzato tra federalisti (liberali) e sovranisti (pechisti). E intanto si moltiplicano gli annunci soprattutto sull’assistenza sanitaria, che è la priorità dei quebecchesi


Québec – Col passare dei giorni, la campagna elettorale s’infittisce di annunci,  promesse e candidature. La scorsa settimana è stata dominata dall’ingresso nell’arena politica (tra le fila del PQ) di Pierre Karl Péladeau, il magnate dell’editoria che ha catalizzato l’attenzione dell’opinione pubblica sull’indipendenza della Belle Province (“Vorrei fare del Québec un Paese”, ha detto). I giochi sono ancora lontani dall’essere fatti e, in vista del 7 aprile, non sono esclusi colpi di scena. Ogni giorno i leader dei principali partiti (che si ritroveranno tutti intorno allo stesso tavolo il 20 marzo, alle ore 20, per il dibattito trasmesso da Radio Canada e condotto da Anne-Marie Dussault) non perdono occasione per annunciare provvedimenti che, naturamente, si traducono in investimenti a spese dei contribuenti quebecchesi. Che, secondo un recente sondaggio CROP di Radio Canada, hanno tre priorità: la sanità al primo posto (35%), la crescita economica (24%) e il debito pubblico (12%). Subito dopo vengono educazione e ambiente (5%), mentre solo il 4% dà importanza ai valori quebecchesi. Un’agenda che i politici farebbero bene a fare propria per andare incontro alle reali e quotidiane esigenze dei cittadini. Nel frattempo, si moltiplicano i tentativi di ‘corteggiare’ e ‘sedurre’ le diverse categorie sociali. Nelle ultime ore, il Partito québécois (PQ) ha annunciato l’obiettivo di voler “fornire a ciascun cittadino quebecchese un medico di famiglia entro il 2016”. Per farlo, il partito del Primo Ministro Pauline Marois dara' vita ad altri 41 gruppi di medici di famiglia (GMF), dopo averne creati 13 durante i 18 mesi al potere. Alla fine saranno 300 in totale. Dal canto suo, il leader del PLQ Philippe Couillard ha detto di voler aumentare di 310 milioni $, da qui a 5 anni, il budget dedicato all’assistenza (anche a domicilio) degli anziani, riducendo, allo stesso tempo, la pesante burocrazia che appesantisce la rete sanitaria. François Legault, invece, dopo aver parlato di tagli alla spesa pubblica per offrire 1.000 $ di tasse in meno alle famiglie della classe media, ha annunciato un investimento di 40 milioni $ per contrastare il flagello dell’abbandono scolastico. In questo senso, il leader della CAQ vedrebbe di buon occhio l’assunzione di 500 specialisti – psicologi e ortopedagoghi costerebbero in tutto 28 milioni - per seguire da vicino i bambini di 4-5 anni che presentano delle evidenti difficoltà di apprendimento. ‘Ricette’ diverse, che si rincorrono, tutte finalizzate, però, a fare crescere il consenso che poi si traduce in voti. Secondo l’ultimo sondaggio Léger-Le Devoir, il quadro politico è sempre più polarizzato tra federalisti (liberali) e sovranisti (pechisti). Con Péladeau candidato pechista, i liberali hanno fatto incetta di consensi, soprattutto tra gli elettori federalisti francofoni. Se si andasse alle urne oggi, infatti, il PQ e il PLQ sarebbero perfettamente appaiati al 37%, mentre la CAQ scenderebbe al 14% e Québec Solidaire non andrebbe oltre il 9%. Se i pechisti sono stabili, la crescita del PLQ è avvenuta a detrimento della CAQ, che ha smarrito 4 punti percentuali tra gli elettori francofoni. Ovvero quelli più corteggiati perché, alla luce del sistema elettorale maggioritario secco, rappresentano la maggioranza in moltissime circoscrizioni: il 44% di loro vota PQ, il 27% PLQ e il 15% la CAQ. Ma il problema del PQ, e la benedizione del PLQ, è che ad oggi, la maggioranza dei quebecchesi, ovvero il 59%, direbbe ‘NO’ ad un referendum sull’indipendenza.

No comments:

Post a Comment