Wednesday, March 12, 2014

È nata MYICA, l’Associazione di giovani italo-canadesi di Montréal



Il Presidente Borsoi: ecco l'Italia di oggi 


Entusiasmo, creatività, spirito di collaborazione e…amore per l’Italia (di oggi). Sono questi gli ‘ingredienti’ della Montréal Young Italian-Canadian Association (MYICA.CA), la nuova Associazione presentata il 26 febbraio scorso alla Casa d’Italia (alla presenza del Console Generale, Enrico Padula) e formata da Gabriele Borsoi (presidente), Nicholas La Monaca (tesoriere e responsabile scuola e Università), Vanessa Orsini (responsabile eventi), Joanne Napolitano (segretaria), Sabrina Mercuri (vicepresidente), Michael Miele (responsabile web) e Anne-Darla Del Negro-Jennings (rapporti esterni), che compongono il direttivo. Sette giovani che hanno deciso di condividere la loro passione per l’Italia attraverso una piattaforma che possa sintetizzare i loro pensieri tricolori e farli sfociare in una serie di iniziative volte a riscoprire l’italianità nella sua accezione moderna. Un organismo che vuole affiancare, e non sostituire, l’articolato mondo associazionistico italo-montrealese con un’offerta che catturi l’interesse dei più giovani (non solo di età, ma soprattutto di mentalità): quelli  che vogliono conoscere l’Italia di oggi, non solo ricordare quella di ieri. È l’altra faccia della medaglia, il tassello mancante: un organismo trasversale che mira a rigenerare l’orgoglio per un Paese che non è più quello degli anni ’50 o ’60. Ma che, proprio per questo, è ancora più interessante. Una ‘filosofia’ che il presidente Gabriele Borsoi (30 anni, laureato in Economia, di Roma ma da 2 anni a Montréal dove lavora per Dema, un’azienda che opera nel campo dell’aeronautica e che fornisce componenti a Bombardier) ci ha spiegato così: “Ho notato che molti italo-canadesi sono rimasti ancorati al passato: in tante feste, per esempio, si sentono canzoni che in Italia non si sentono da una vita. E gli stessi ragazzi, non tutti per la verità, sono legati ad un’idea dell’Italia un po’ antiquata. Anch’io sono cresciuto ascoltando Venditti e Baglioni. Però qui non conoscono cantanti di oggi come Ligabue, Vasco Rossi o i Negramaro. E poi ho visto che, mentre i genitori e i nonni appartengono a numerosissime Associazioni, i ragazzi non avevano lo stesso tipo di organizzazione. Ragazzi che però mi sembravano orgogliosi della loro italianità. Da qui l’idea di fornire loro un punto di riferimento, uno strumento di connessione tra l’Italia di oggi e la Comunità italo-canadese, una nuova struttura per incanalare la loro italianità da una dimensione individuale ad una più collettiva. Per il 28 marzo abbiamo organizzato l’evento “Cibo di strada”, riprendendo una tendenza italiana che sta prendendo piede anche a Montréal: i partecipanti (20 $ il biglietto) potranno assaggiare piadine, panini con la porchetta, arancini e gelati. E non è finita qui: ci piacerebbe portare un paio di band dall’Italia, di cui una emergente; organizzare degli spettacoli teatrali con giovani attori e registi, che hanno già una certa visibilità in Italia; e lanciare il Fantacalcio, che appassiona tantissimi giovani nel Belpaese”. Fermo restando la collaborazione con l’associazionismo vecchio stampo: “Non si tratta di far sparire qualcosa che c’è già, ma di integrarlo con qualcosa di nuovo. Sono convinto che la Comunità non ci farà mancare il suo supporto. Sono sicuro che la nostra iniziativa avrà successo. È un pò come tirare un calcio di rigore: non sai mai dove si butta il portiere, ma fai gol solo sei sei sicuro di te. Se hai un minimo dubbio, invece, alla fine sbagli”.

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