L’irritazione del
Congresso italo-canadese per un’altra pubblicità anti-italiana
di Vittorio Giordano
Montréal - Ancora stereotipi e pregiudizi, velati e
malcelati, ma proprio per questo ancora più offensivi ed insultanti, contro 300
mila italo-quebecchesi. Ovvero coloro che, negli ultimi 60 anni, grazie al loro
talento ma anche allo spirito di sacrificio, al senso del dovere e della famiglia, hanno
contribuito a costruire strade, ponti e case, rendendo questo Paese uno tra i
più avanzati al mondo. Dopo il video di qualche mese fa dei “Colletti blu” di
Montréal, questa volta, a finire nell’occhio del ciclone, è stato un cartellone
pubblicitario di Réno-Dépôt. A stigmatizzare ancora una volta
l’ennesimo attacco alla nostra Comunità è stato il Congresso Nazionale degli
Italo-Canadesi, regione Québec. Una lettera del 13 marzo - firmata da Pino Asaro,
presidente del Congresso, e dall’avv. Antonio Sciasca, presidente del Comitato
per la promozione degli italo-canadesi, e indirizzata a Robert Sawyer,
presidente di Réno-Dépôt - si è fatta portavoce delle lamentele di alcuni
connazionali, per chiedere la rimozione “nel più breve tempo possibile”, pena
una “campagna di boicottaggio”, dei “pannelli pubblicitari che alludono ad un
certo Tony, secondo cui da Réno-Dépôt i prezzi non sono affatto alti, e che,
anzi, possiamo essere noi stessi ad aumentarli”. “Questa insinuazione che
associa gli italiani al crimine organizzato – sottolinea la missiva – è
insultante, offensiva e non fa che rafforzare dei vecchi stereòtipi che non
cessano d’insultare la Comunità italo-quebecchese”. Non si è fatta attendere la
risposta dell’azienda, che, con una lettera firmata da David Giguère, direttore
principale di Réno-Dépôt, ha confermato
il ritiro del
cartellone pubblicitario incriminato, “nel momento stesso in cui abbiamo
ricevuto una lamentela proveniente da un membro della Comunità italiana, senza
tergiversare un solo istante”. Adducendo, però, a sua discolpa, lo spirito
umoristico che voleva ‘ispirare’ la campagna pubblicitaria e negando qualsiasi
intenzione d’insultare la Comunità italiana. Ciò nonostante, Giguère ha
ritenuto necessario porgere le sue “più sincere scuse”, ricordando che la sua
azienda “accorda la più alta importanza a tutti i clienti, a prescindere dalla
nazionalità”. Tutto bene quel che finisce bene: apprezziamo il passo indietro
di Réno-Dépôt. Ma che quest’episodio serva da monito: non tollereremo più che
300mila connazionali restino ancora una volta
prigionieri di un “luogo comune” che delegittimi e pregiudichi la dignità e la
reputazione di essere italiani.
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